Benvenuti in "2011 Serate Rosso Sangue - Cronache di Vampiri".

Questo è il Blog di un gruppo di amici che gioca a Vampire the masquerade e rappresenta i diari personali, i pensieri, i racconti e le esperienze di vita dei loro personaggi. Un gruppo di giovani vampiri in balia dell'abbraccio alla scoperta di un nuovo modo di vedere tutto quello che conoscono con occhi nuovi.

Essendo il tutto ambientato nel 2010, nelle città Italiane mi sembra obbligatorio sottolineare che qualsiasi omonimia o citazione a personaggi e persone realmente esistenti ed a fatti a loro correlati è di pura fantasia e finzione, come anche eventuali citazioni di fatti realmente accaduti rielaborati al fine narrativo.

Eventuali marchi presentati in queste pagine sono dei rispettivi proprietari.

17 gennaio 2011

ITALIA USA - Andata e ritorno


Eccoci qui, di ritorno dagli Stati Uniti.

Mi sento un poco come il protagonista dell' A-Team, PA Baracus, infatti per fare il viaggio in aereo senza far danni Andrea ha dovuto impalettarmi.

Quando mi sono risvegliato l'aereo puzzava di Zingaro in maniera nauseante, costringendomi ad uscire celermente dall'abitacolo.

Mentre camminavo per tornare a Casa, nel sotterraneo dello sfascio-auto a Pomezia, non ho potuto fare a meno di pensare a LosAngeles a quello che ci siamo lasciati dietro e quanto mi sia piaciuto il senso di libertà dovuto alla lontananza da quartier generale della Camarilla di Roma.

Non posso negare di aver avuto problemi nel "Libero stato anarchico della California", ma allo stesso tempo mi sono reso conto che da molto tempo non mi sentivo così "vivo".

Mi mancheranno i figuri incontrati lì, tutti, sia i peggiori che i migliori, a partire dai due poliziotti scapestrati Murtaugh e Riggs, passando per quel poveraccio di Roth ed il suo branco e gli indiani della riserva del Texas. Forse l'unico che non mi mancherà è quell'Assamita Nero, quello lo evito volentieri.
Pendare che quando siamo partiti la cosa non mi andava assolutamente a genio.
Poi siamo arrivati a Pantego, in Texas, un posto orribile in cui ci sono più creature della notte che umani, dove ci si sente come un leone tra i leoni, con una sola gazzella che circola.
Diversa è la California, luogo di grande fascino e grande pericolo, con Camarilla e Sabbat a margine e tanta gente pronta a farti le scarpe, dove però si possono trovare amici dove meno te li aspetti. Un luogo frizzante in cui anche il sangue diviene frizzante, luogo dove ti viene voglia di girare di notte ed ogni angolo nasconde una preda, un predatore o semplicemente un passante.

Ora siamo però nuovamente a Roma, la bestia tace, forse anche lei sente la pressante noia che aleggia in questa città, o meglio il mio malessere nel vedermi circondato dai damerini della Camarilla. Forse è vero il sangue non mente e piano piano mi porterà ad annoiarmi di tutto.

L'unica cosa per la quale sono contento di esser tornato è il non dover condividere per forza gli stessi ambienti del Ravnos e soprattutto poter passare un poco di tempo con Dafne senza dover approfittare di un turno nel quale lo zingaro sta fuori da un covo forzatamente condiviso.

Ho fatto divenire il suo gatto, quello di Dafne intendo, un mio demone in modo che lei possa coccolarselo senza che lui ne sia terrorizzato. Allo stesso tempo lui mi farà sempre sapere se vi sono pericoli a casa sua. Nota allegra, lo zingaro ha un demone topo, quindi avere un demone gatto non risulta spiacevole.

A proposito di Dafne, sarà un Vampiro ma rimane sempre una donna, e come tutte le donne ogni cosa che gli fai che non gli va a genio, se la segna, cancellando qualcosa che, spero, fino a poco prima ha apprezzato. E in questo caso a quanto pare non ci sono legami di sangue che tengano, anzi peggio. Solo che per me è impossibile non punzecchiarla, l'ho sempre fatto e non mi risulta facile resistere.
Mi rendo conto che è diventata il mio punto debole da quando ho deciso che era meglio amarla che ucciderla e se ne rende conto anche Andrea, che con la scusa del non metterla in pericolo mi fa infilari nei peggiori buchi del mondo.

Rimanendo su Dafne come capita spesso anche per gli umani il rapporto con i suoceri non è definibili tra i migliori, almeno con il padre, Tony, quello vampiro intento. Ogni volta che mi vede fa la faccia schifata ed io di rimando riesco a tirar fuori in sua presenza il peggio di me. A riguardo della madre invece non so ancora che dire, qui si tratta di quella umana e magari mi apprezzerà di più. Per fortuna Piter Pan (il papi) si fa vedere poco e niente intento a farfallonare a destra e manca.

Ovviamente dal nostro ritorno a Roma Sarah è scomparsa. Si sarà andata a nascondere in un qualche angolo della famosa Cappelletta dei Tremere e come al solito diverrà nuovamente solo una voce al telefono.
Mi piacerebbe fosse più parte del gruppo ma a quanto pare lei ha scelto di essere solo  poco più di un contatto come altri. Peccato; i primi tempi un paio di volte abbiamo collaborato e l'ho trovato divertente oltre che pratico. Ma si sa i Tremere sono libri, occulto, potere ed in molti casi estrema noia.
Sono grandi camerieri i Tremere, capaci di servire i loro padroni, servirti una "ciofega" come una prelibatezza e poi portarti un conto salato che paghi o in contanti o lavando i piatti.
Lo fanno poi senza mezzi termini, scalando la posizione dei vampiri più odiati del quartiere in ogni occasione.
Per vederla uscira dalla formalina un'altra volta bisognerà attendere che un qualche vecchio decrepito Tremere, vestito magari da Merlino, gli faccia un impercettibile cenno con il capo stile boss della mafia.

Totalmente diversi dai Tremere sono Peter Pan e Robin alias Tony ed Ivan (Batman ovviamente è Spinone), che vanno a lisciare, chi con una carezza chi con la promessa di prestigio e il ricordo di un dovere i propri figli ed intanto li mettono sulla strada di un Demone, un Fantasma, un Licantropo, il Sabbath o semplicemente un misterioso anziano distruttore di intere comunità di vampiri. 
Un poco come se una madre umana dicesse al figlio adolescente: "Caro vai un poco a vedere cosa vuole quel leone che gira affamato nel giardino e poi torna a dirmi che ne pensi. Ci andrei io ma sai devo stirare una camicia di tuo zio che sta all'estero... Non si sa mai che torni!"

In questi casi guardo i due figli;
Guardo Dafne e mi accorgo di come stia lì, come i fedeli che guardano il messia e spero di sbagliarmi su Tony, spero che quello che non so di lui sia quel qualche cosa che ha convinto lei ad idolatrarlo. Certo è, che se le dovesse capitare qualche cosa per colpa sua, Peter Pan dovrebbe non girare più per l'eternità durante le serate con la nebbia.
Guardando invece Romano mi accorgo come molte volte sia pronto a sbottare contro Ivan per poi trattenersi magari sperando di essere lui un giorno a dover dare ordini. In questo caso però credo che Romano sia più consapevole di quello che Ivan fa. Piccoli maggiordomi crescono.

Per questo apprezzo Marzia e Butch, loro non si fanno problemi. Marzia per quanto la odi per altri motivi, al massimo mi dice a modo suo di stare fuori dai guai e se ci scappa di avvisarla. Sa bene che non può fregiarsi del titolo di madre che è solo di colei che mi ha dato la mia vera vita e per sua fortuna non si fregia mai del titolo di Sire, forse perchè anche lei non vorrebbe che nessuno lo facesse con lei.
Butch dal canto suo ha un credo che da buon bruja non va oltre allo spacca e bevi, uno stile di vita che i suoi figli ho notato apprezzano parecchio.
Andrea, Massimo e Pietro o meglio Persichetti, sicuramente non hanno problemi di un genitore che li manda nei guai anche perchè io non credo che i guai come l'intendono gli altri siano gli stessi guai che intende un bruja.

Non c'è nulla da fare, cara Bestia che in un agolo mi ascolti rizzando le orecchie, siamo nuovamente a Roma, una città dove ci si annoia, si ci si annoia quei tre quattro secondi prima che:
un cacciatore esca dal vicolo vicino a te,
un Demone Rosa sbuchi dal tombino di lato,
un anziano immortale voli sopra la tua testa,
un' ombra cerchi di afferrarti da una parete,
una tigre di 400kg ti balzi addosso cadendo dal tetto di un palazzo.

E' proprio vero Roma è una città di una noia mortale.
Se sopravviverò prima o poi mi trasferirò in California.