Benvenuti in "2011 Serate Rosso Sangue - Cronache di Vampiri".

Questo è il Blog di un gruppo di amici che gioca a Vampire the masquerade e rappresenta i diari personali, i pensieri, i racconti e le esperienze di vita dei loro personaggi. Un gruppo di giovani vampiri in balia dell'abbraccio alla scoperta di un nuovo modo di vedere tutto quello che conoscono con occhi nuovi.

Essendo il tutto ambientato nel 2010, nelle città Italiane mi sembra obbligatorio sottolineare che qualsiasi omonimia o citazione a personaggi e persone realmente esistenti ed a fatti a loro correlati è di pura fantasia e finzione, come anche eventuali citazioni di fatti realmente accaduti rielaborati al fine narrativo.

Eventuali marchi presentati in queste pagine sono dei rispettivi proprietari.

23 dicembre 2010

"Hai mai visto ballare il diavolo durante il plenilunio?"

...

Una frase cinematografica che da sempre mi è rimasta impressa. 
La luna non è piena, l'aria e fredda e l'acqua del lago in cui mi sto lavando via la terra che ho indosso lo è ancor di più.
Sebbene il freddo sia intenso non fa male, ne mi infastidisce oramai.

Il fitto bosco che mi circonda è silenzioso... estramamente silenzioso, reso tale dalla presenza di un predatore... la mia presenza probabilmente, che non sto nascondendo affatto agli animali della zona.

"Hai mai visto ballare il diavolo durante il plenilunio?"

Non è la mia voce che lo ripete in testa, ma l'eco della voce che ho sentito spesso durante la notte scorsa.
Ricordo quello che è accaduto dal momento che quel tipo è entrato in stanza come visto attraverso un velo rosso, come vissuto attraverso gli occhi di un altro.

Ricordo di averlo visto, averlo squadrato, aver visto un ciondolo ma soprattutto di aver sentito il suo sporco odore. Simile a ciò che marcisce vicino ad un cassonetto pieno di rifiuti ed allo stesso tempo speziato da fastidiosi profumi di un tempo.

"Ravnos, un maledetto Ravnos!"

La bestia si è svegliata di nuovo, urlando, ho sentito gli artigli uscire ed i denti sporgere. La testa tra le mani cercando di fermare quella voce che gridava bramosa di sangue e vendetta.

Non so quanto sia durata la mia lotta, mi sono allontanato, poi il suo odore si è affievolito. Ho sentito la voce di Dafne come venire da lontano mentre mi parlava, credo di aver anche parlato al telefono. Non ricordo cosa ho detto.

"Estinti devono essere estinti, inizia da lui. Vendetta!"

L'odore era lì nuovamente, un veicolo davanti a noi, all'interno figure nere tranne una, nitida e dettagliata. Dovevo distruggere tutto ed arrivare a lui.

"Liberami... Liberami e ne farò pezzetti!"

So come funziona, se lo avessi fatto avrebbe distrutto tutto pur di arrivare a vendicarsi e poi... distruzione fino ad un luogo di pace.
Nessun rimorso per il Rovnos ma gli altri odori sono di persone care.
Ricordo di aver pensato intensamente al laboratorio, lì avrei trovato un nemico da uccidere, qualc'uno da dare in pasto alla sete di sangue della bestia.
In pochi istanti volteggiavo come nebbia in quel luogo dove un essere ripugnante stava facendo a pezzi tutto.
L'ho seguito fuori mentre devastava, il velo rosso era leggermente più trasparente.

La bestia non è stupida, vuole vivere e sa che i nostri discorsi non sono per queste occasioni.
Mi sono visto tornare consistente e cercare e prendere i proiettili a siringa che qualc'uno, senza successo aveva sparato contro il mostro.
Gli sono saltato sulla groppa, sulla groppa di un essere eugenetico che viene distrutto da una sostanza di cui non so nemmeno l'origine. Con tutta la forza che posseggo gli ho piantato l'ago d'acciaio nel collo.

"E battuto ora distruggiamo il Ravnos. Facciamolo a pezzi!"

Mi sono girato verso di loro, le figure nere ed indistinte tra cui c'era anche lui. MALEDETTO!!
 
Ho urlato contro quel cane e contro la bestia, mentre il mio corpo era oramai una nera pantera, trasformato da un istinto predatorio che normalmente mette pace tra me e Lei.
Nel corpo del nero felino la bestia si crogiola della sua possanza ed io mi sono lasciato trasportare dai sensi dell'animale, in una tregua che tutti e due apprezziamo
Stanco di quella lotta di coscienza sono diventato "il predatore", creato dal puro istinto. Un ruggito e poi via nel fitto del bosco.

Una corsa veloce, senza tempo e poi.... il predatore ha sentito qualche cosa.
Quello che prima era un velo rosso ora era sostituito da un luogo con una luce che solo gli occhi di un felino possono vedere.
Sempre da osservatore esterno, in ricordi che sembrano quasi un sogno... eccoli... prede, intorno ad un fuoco.
Giovani umani emananti un odore tipico delle abitazioni di lusso, intorno ad un fuoco a scaldare vivande mentre si raccontano storie... di fantasmi.

Il predatore inizia a girare intorno, cerchi sempre più stretti. Un piccolo rumore fa sobbalzare le prede, emozionate dalle loro storie non si accorgono di quello che sono. Il predatore si avvicina e....

Un umano si alza, come una gazzella che lascia il branco... la prede che ogni cacciatore vuole.
Si allontana raccogliendo legnetti ancora umidi per la pioggia del giorno prima. Si allontana e si ferma a raccogliere altro.
Il predatore si avvicina, orecchie appiattite, passo morbido. La preda sente qualche cosa sobbalza, si guarda a destra e sinistra. Ma non alle spalle, il suo istinto di sopravvivenza è debole.
Blatera qualche cosa contro le storie di fantasmi per bambini.

In un unico fluido salto il predatore, più di due quintali di muscoli ed artigli gli balza sopra. La preda cade e sbatte la testa all'albero. Non è stato necessario neppure l'uso di un artiglio.

Mentre le fauci del felino si avvinano alla nuca del malcapitato il predatore si ferma.
Ricordo di avergli imposto di fermarsi, un appello a quella parte umana di me che ancora per fortuna esiste.

"Non puoi. Non fa parte del patto!"

Ero seduto sul ragazzo, da uomo ora. Il velo rosso era tornato ma molto meno spesso. 
Ho bevuto il suo sangue e leccato le ferite.
Ricorderà solo di aver sbattuto la testa.
Mentre le voci dei suoi amici si avvicinavano mi sono allontanato, ci siamo allontanati.

"Prima o poi vincerò.. Ricordalo!"

Ecco il lago.... stanchezza... alba... buco sotto una quercia... Ricordo che blateravo qualche cosa mentre immagini di violenza, di un vissuto che vorrei scordare si sovrapponevano a quello che i miei occhi vedevano.
Napoli.

Ora mentre le fredde acque mi lavano di dosso tutti gli odori della notte scorsa rimango perplesso. Non ho mai creduto a priori negli stereotipi dei clan.
Ho passato una serata da ventrue, seguito le farneticazioni di un malkavian, mi sono innamorato di una Toreador, riesco a capire persino i Tremere. Non è così per i Ravnos, qualche cosa mi ribolle nel sangue se penso a loro e soprattutto a lui, il suo odore così simile, troppo simile agli scagnozzi del maledetto Andrej.

E' meglio che per un po' rimanga lontano.

"Hai mai visto ballare il diavolo durante il plenilunio?"




Si bestia. Ho visto il diavolo ballare durante il plenilunio....  davanti a me c'era uno specchio, mentre dietro splendava la luna!!